Sportivo praticante con la passione per calcio e tennis, Michele Masi scopre la malattia nel 2005, quando in seguito ad un periodo di stanchezza i suoi globuli bianchi calano a picco. E’ un’amica medico, la dottoressa Antonella Quarta a suggerirgli l’iter da seguire per sconfiggere “il mostro”. Il suo è un miracolo doppio se si pensa che, a complicare le cose, nel 2008 l’ostacolo da superare si chiamava carcinoma tiroideo, un male asportato ad Ancona ed una seconda battaglia vinta con tanto coraggio e forza d’animo. Michele è uno che sorride sempre, gusta la vita in ogni suo istante ed oggi dedica il suo tempo alla famiglia, alla musica con gli “Hoop’s Band” cover dei Pooh, agli amici di sempre ed al volontariato in BrinAil. Il suo è un grande esempio per chi lotta, perché non c’è miglior medicina del sostegno di chi ce l’ha fatta prima di te e prova a suggerirti la strada.
A cosa pensavi nei momenti più difficili? Hai mai avuto paura di non farcela?
Mi chiedevo spesso “Perché a me?”, soprattutto quando in un secondo momento mi è stato diagnosticato il carcinoma tiroideo. Poi ho passato un momento terribile quando ho visto volare in cielo una ragazza di 20 anni che faceva la chemio con me, la figlia di amici, un’assurdità incredibile …
E’ naturale che ci siano stati momenti in cui prevale lo sconforto, ma il pensiero dei miei figli e dei miei nipotini mi davano la forza di guardare avanti con fiducia.
A chi dici grazie?
Ad amici e colleghi di lavoro, non mi hanno mai fatto mancare niente e mi sono stati sempre molto vicini. Anche quando rientravo in servizio dopo le cure erano sempre molto premurosi con me: sono stati fantastici.
Come è cambiata la tua vita dopo questa esperienza? Il tuo modo di vedere le cose?
Vedo tutto in modo diverso, ho capito che non ne vale la pena arrabbiarsi o scoraggiarsi per cose di poco conto: la vita è bella e merita di essere vissuta fino in fondo.
Hai un aneddoto o un ricordo bello legato a questa esperienza che ti va di condividere?
Durante una chemio feci amicizia con una ragazza di Fasano, salvata dalla donazione di midollo della sorella 14enne: ricordo ancora con emozione che la mamma ripeteva in continuazione che quella ragazza arrivata a 17 anni di distanza dalla prima fosse un “dono della Madonna”.
C’è una canzone che ti è stata particolarmente “d’aiuto” durante i momenti più duri?
“Nei giardini che nessuno sa” di Renato Zero, ha qualcosa di positivo in tutte le frasi.
A cosa pensi la mattina appena sveglio?
A vivere bene ed a godermi la bellezza di ogni giorno.
Cosa diresti ad un amico che sta vivendo ora un momento difficile?
Di essere sempre positivo, vivere la malattia come un periodo di passaggio, pensando sempre che è possibile sconfiggerla e ritrovare il sole !!!